Sul lato sud del Battistero di San Giovanni a Firenze, nei pressi dell’abside, si scorge, in basso, incassato nella parete esterna, un bassorilievo con scene di naumachia e vendemmiatori.

L’insolita decorazione dell’edificio dedicato a San Giovanni Battista deriva da uno dei sarcofaghi di epoca romana rinvenuti sul sito. Prima del Battistero, infatti, in questo luogo si ergevano una domus romana ed anche, pare, un tempio dedicato a Marte.

Cristiano e pagano, sacro e profano

Il bassorilievo incorporato nell’edificio del Battistero cela una curiosità dentro la curiosità. Un piccolo mistero è infatti legato non solo alla presenza del sarcofago pagano incassato dentro l’edificio cristiano, ma anche alla motivazione che spinse i suoi costruttori ad inserirvelo. Analizzando il bassorilievo si osserva, all’ interno di un raffinato decoro sinusoidale, una scena legata al periodo della vendemmia: l’ uva viene portata ai vendemmiatori, i quali la pestano in un tino.

Successivamente, leggendo il bassorilievo da destra verso sinistra, si osservano uomini intenti a trasportare botti di vino verso una imbarcazione. E’ proprio il rilievo attribuito nell’ opera alle navi che ha fatto pensare in principio che la scena si riferisse ad operazioni legate ad uno spettacolo di naumachia.

L’ipotesi ad oggi più accreditata è invece quella che riferisce la scena all’ attività svolta dal defunto cui era destinato il sarcofago. Come si evince infatti dalle scene raffigurate, il defunto in questione doveva essere un mercante arricchitosi con il commercio del vino, che svolgeva tramite imbarcazioni atte all’ esportazione di tali mercanzie.

Chiarito in tempi recenti l’enigma circa il soggetto raffigurato, è stata di conseguenza avanzata una suggestiva ipotesi circa i motivi della sua inclusione nella parete dell’ edificio cristiano.

Secondo tale interpretazione il bassorilievo è stato preservato ed inserito ad ornamento del Battistero in virtù del fatto che il suo soggetto si prestava egregiamente ad una lettura allegorica in chiave cristiana.

Così, mentre la vendemmia allude a quel vino che, nella liturgia cristiana, diviene sangue di Cristo, la nave, la cui alberatura corrisponde metaforicamente alla croce della Passione, rappresenta il viaggio della vita. Il bassorilievo del “mercante di vino” non è l’unico ancora visibile in loco. Altri due sarcofaghi di epoca romana sono stati infatti riutilizzati come sepolture cristiane.

Il primo è detto sarcofago “della fioraia” per la figura scolpitavi sopra, ed accoglie attualmente le spoglie di Giovanni da Velletri vescovo di Firenze; l’altro presenta invece scene di caccia al cinghiale. In quest’ultimo riposa Guccio de’ Medici, Gonfaloniere di Giustizia nell’anno 1299.

Articolo di Alessandro Benedetti, CuriositasuFirenze.wordpress.com, Nonsolochianti.wordpress.com

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