Provate a chiedere ad un vostro amico perchè Porta al Prato, che torreggia nel bel mezzo del trafficatissimo viale Rosselli, porta questo nome.

Origine del nome

Anche se è fiorentino, la risposta sarà quasi sempre la stessa, e profferita con ostentata aria di sufficienza: è chiaro che si chiama così perchè è la porta dalla quale passava la via per andare a Prato!

In effetti, la direzione di una ipotetica via passante sotto il fornice di Porta al Prato è più o meno quella della città di Prato;

Nonostante questo, la via Pratese si trova da tutt’ altra parte e non c’ entra proprio per niente con Porta al Prato.

Il vero motivo della denominazione di questa porta medioevale si trova spostandosi di pochi passi verso il centro città.

La Porta, infatti, affaccia su un vasto spiazzo, chiamato, appunto “il Prato”.

Questa porta, inserita un tempo nel tratto occidentale delle mura trecentesche, si chiama così proprio in ragione della prossimità di questo prato, la cui importanza era così rilevante da diventare “il Prato” per antonomasia.
Ecco quindi ritrovata l’origine del nome di questa torre medievale!

Ne “il Prato” aveva luogo il più importante mercato del bestiame della città di Firenze. Il Prato, trattandosi di uno spiazzo erboso, era anche uno dei rettilinei più suggestivi del celebre Palio de’ Barberi, la corsa a cavallo che si addentrava nel centro città sfrecciando proprio attraverso la porta medioevale.

Porta al Prato, un po’ di storia

Al pari di altre porte di Firenze, quali ad esempio Porta alla Croce e Porta San Gallo, Porta al Prato, subì un’ intervento di “scapitozzamento” nel periodo precedente l’assedio da parte delle truppe imperiali nel 1530.

Infatti, fu per motivi militari, cioè per consentire un migliore posizionamento delle batterie di cannoni a presidio della città, che le porte della città videro ridotta la loro altezza e modificata la conformazione del loro apice nell’aspetto attuale. La sommità della Porta, infatti, è oggi provvista di un tetto a spiovente.

Torre della Serpe.

Quello del 1530 non fu l’ultimo intervento di cui furono oggetto le mura medioevali. Nella seconda metà dell’800, infatti, in ragione dell’avvento di Firenze capitale (1865-1870), fu messo in opera il cosiddetto “Risanamento”, un’opera di complessiva ristrutturazione e risistemazione dei quartieri fiorentini.

Nell’ambito del “Risanamento”, l’architetto Giuseppe Poggi stabilì di abbattere le mura per lasciare spazio a quelli che sono gli attuali “viali di circonvallazione”, lasciando intatte soltanto le porte di accesso.

E’ così che ancora oggi, Porta al Prato campeggia solitaria in mezzo al viavai di macchine e motorini, in compagnia soltanto del poco distante “Torrino della Serpe”.

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