Strettamente legata al supplizio subito dal Savonarola e dai suoi due confratelli, Fra’ Silvestro Maruffi e Fra’ Domenico Buonvicini, ed alla presenza in Piazza della Signoria della lapide circolare posta sul luogo del rogo, è la cerimonia detta “la Fiorita”. Il nome le deriva, come è facile immaginare, dall’ usanza di deporre fiori e petali nel punto esatto in cui i tre frati domenicani subirono l’ impiccagione prima ed il rogo poi.

Il 23 maggio di ogni anno, alle 10.00, viene celebrata la Messa in Palazzo Vecchio nella Cappella dei Priori. Successivamente le autorità comunali, civili e religiose, scendono in Piazza della Signoria dove avviene la commemorazione ufficiale del supplizio del Savonarola. E’ a questo punto che le autorità, in muta processione, depongono fiori e spargono petali sulla lapide circolare che ricorda il luogo in cui fu eretta la pira.

Al termine di questa cerimonia, il corteo procede verso Ponte Vecchio, dal quale, sul lato in cui si trova il busto del Cellini, vengono gettati i petali di fiori nell’ Arno. Il tragitto seguito dal corteo ricalca esattamente quello seguito dal carro con le ceneri dei tre frati domenicani verso l’ Arno, così come i petali gettati nel fiume ricordano lo spargimento delle ceneri nelle acque del fiume per evitare che alcuno dei suoi seguaci potesse farne reliquia.

La Fiorita è una cerimonia nata per commerorare, nell’ anniversario della morte, la terribile sorte del Savonarola e dei suoi due seguaci, in considerazione della brutalità e dell’ ingiustizia di cui fu vittima, con i suoi due confratelli, il frate che aveva tentato di moralizzare la città di Firenze.

In realtà la cerimonia della Fiorita rappresenta l’ufficializzazione di una usanza nata subito all indomani del martirio dei tre frati domenicani. I cronisti dell’epoca riportano infatti che, il giorno successivo al rogo avvenuto in Piazza della Signoria, il luogo del supplizio venne trovato cosparso di fiori. Nonostante la fine ingloriosa, infatti, molti furono coloro che videro nel frate ferrarese un martire della fede cristiana, ed alcuni addirittura un profeta. La fama di profeta gli derivava dal fatto che egli, nelle sue infuocate prediche contro la corruzzione della città di Firenze, era solito preannunziare le sventure con le quali Dio avrebbe punito peccatori tanto dissoluti e refrattari al pentimento.
I suoi seguaci, che venivano detti “Piagnoni”, considerarono previsti profeticamemte dal Savonarola due avvenimenti particolarmente importanti:

  1. la minacciosa calata del re francese Carlo VIII su Firenze, che fu causa della cacciata di Piero de’ Medici, nel corso della quale la città gigliata fu minacciata addirittura di essere saccheggiata;
  2. la terribile peste scoppiata a cavallo tra il 1496 ed il 1497, che veramente fu vissuta come castigo di Dio nei confronti della novella Sodoma.
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