Marzocco è il singolare nome di uno dei simboli storici del Comune di Firenze. Rappresenta un leone, seduto, che regge con la zampa destra lo stemma col giglio rosso in campo bianco.
Sebbene sia da lunghissimo tempo simbolo della città di Firenze, non è facile ancora oggi capire quale sia l’etimologia che sta alla base di questo curioso appellativo.

Secondo la tradizione, la parola Marzocco deriverebbe dal latino Martocus, ossia piccolo Marte, con riferimento alla divinità romana della guerra. Infatti, prima dell’avvento dell’era cristiana, Marte era ritenuto patrono della città, in quanto fondata originariamente come accampamento militare.
Al di là del nome, il significato della rappresentazione tradizionale del Marzocco sembra essere piuttosto esplicita. Firenze, infatti, come numerose delle città principali della Toscana, possedeva un animale totemico, che la rappresentava simbolicamente.

Animali totemici e le città italiane

Ecco gli animali scelti dalle principali città:

  • Firenze –> Leone
  • Siena –> Lupa
  • Arezzo –> Cavallo
  • Lucca –> Pantera
  • Pistoia –> Orso

La preferenza accordata da Firenze al Leone sembra derivare dalla volontà delle autorità cittadine di esprimere la potenza e la regalità di una città che aspirava a dominare sull’intera Toscana.

Tra le principali rappresentazioni celebri del Marzoco vanno senz’altro ricordate:

  • La banderuola di Palazzo Vecchio. Sulla torre di Arnolfo campeggia infatti un leone rampante che segna, girando, la direzione del vento. Dicono i fiorentini che quando il Marzocco punta verso l’Arno sta per arrivare tempo tempestoso;
  • Il Marzocco posto sull’Arengario di Palazzo della Signoria, che presenta una corona in testa, a sottolineare la regalità della città di Firenze. La statua presente oggi è tuttavia una copia dell’originale scolpito da Donatello ed oggi conservato presso il Museo Nazionale del Bargello.

Al Marzocco è legato anche un gustoso aneddoto che risale alle guerre medioevali tra Firenze e Pisa. Si narra che nell’anno 1363, sconfitti i pisani presso Cascina, i Fiorentini costrinsero i prigionieri ad entrare in Firenze attraverso Porta San Frediano. Per umiliarli, furono costretti a marciare seguendo un’aquila, simbolo di Pisa, strettamente legata su un carro. Presso la porta poi, furono obbligati, in segno di sottomissione a Firenze, a baciare sotto la coda il Marzocco, rappresentato da un leoncino di pochi mesi in carne ed ossa.

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