Esiste a Firenze un luogo che si può considerare veramente il centro effetivo della città di Firenze, come succede a Londra con la celebre colonna di Nelson a Trafalgar Square?

Ebbene, esiste, ed è tutti i giorni sotto gli occhi di centinaia di migliaia di persone, anche se sono in pochi a saperlo. Si tratta della cosiddetta Colonna dell’ Abbondanza, che si erge solitaria sul limitare di Piazza della Repubblica.

colonna dell'abbondanza firenze

Anche se pochi lo sanno, la colonnina che si trova in Piazza della Repubblica, innalzata sopra un basamento a gradini, coincide con il punto preciso in cui, in epoca romana, si incontravano il cardo ed il decumanus maximus della città di Florentia.

L’intersecarsi delle due vie principali seganalava il centro della città, centro non soltanto simbolico, ma anche effettivo: da tale punto infatti si computava in miglia la distanza da Firenze. Questo metodo di calcolo delle distanze da Firenze rimane efficacemente rappresentato dai toponimi che ancora si trovano nei dintorni della città, come ad esempio Sesto fiorentino, e la località di Quinto, posta nel medesimo comune. Evidente in tal caso la derivazione del nome dalla distanza di sei e cinque miglia, rispettivamente, dal centro di Firenze.

Il punto centrale di Firenze mantenne la sua importanza proprio grazie alla costruzione della colonna dell’ Abbondanza, che doveva essere di buon auspicio alle attività commerciali che avevano luogo nell’ adiacente Mercato Vecchio. Quest’ultimo aveva preso il posto proprio del Foro romano pre-esistente.

Uso della colonna

Nonostante la sua nascita in funzione beneaugurante, la Colonna dell’ Abbondanza era destinata a divenire tristemente celebre per le severe condanne che venivano inflitte in questo luogo.

In quanto posta nei pressi del Mercato Vecchio, infatti, la colonna fu adattata a strumento per la punizione dei reati legati al commercio.

Fu così che la Colonna dell’Abbondanza divenne sia luogo deputato non solo per la gogna di chi veniva trovato a frodare gli acquirenti, ma anche per la tortura dei commercianti disonesti. La durissima punizione veniva eseguita infliggendo ai condannati i cosiddetti “tratti di corda”.
Secondo questa procedura, il malcapitato veniva issato in aria a mezzo di una carrucola, legato con le mani dietro la schiena. Punizione veramente disumana, se si pensa che anche un singolo “tratto di corda” finiva per slogare le spalle del reo.

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