Il “Brindellone” è chiamato affettuosamente dai fiorentini il carro pirotecnico protagonista, il giorno di Pasqua, della famosa ricorrenza detta “scoppio del Carro”. “Brindellone” è termine che originariamente indica una persona sciatta e trasandata, mentre, col tempo, è passata anche a denotare un persona molto alta ma sproporzionata. Non ha quindi perso la sua originaria connotazione spregiativa, e si applica al celebre Carro che scoppia in virtù della sua forma che emula una specie di torretta alta una decina di metri.

Aldilà dell’ etimo del soprannome col quale il Carro è designato, è particolarmente interessante la leggenda circa la nascita di tale tradizione. Si racconta infatti che nel 1099, anno in cui la prima Crociata si concludeva vittoriosamente con la presa di Gerusalemme, il valoroso Pazzino, membro della nobile famiglia fiorentina de’ Pazzi, fu il primo a scalare le mura della città conquistata.

A motivo di questa sua prodezza, ricevette dal condottiero Goffredo di Buglione alcune schegge di pietra del Santo Sepolcro, oggi conservate nella chiesa dei Santi Apostoli.

Nonostante la connotazione ludica impressa nel tempo alla celebrazione, originariamente la festa non prevedeva nè colombina nè mortaretti, ma aveva bensì un profondo significato spirituale: la fiamma accesa utilizzando i frammenti del Santo Sepolcro rappresentava il simbolo della Resurrezione di Cristo, e, dopo la benedizione solenne, veniva distribuita a tutte le famiglie per riaccendere il fuoco.

Tale tradizione ricalca quella in uso a Gerusalemme sin dal tempo delle Crociate di distribuire il “Fuoco Santo” nella chiesa del Santo Sepolcro, eretta nel 335 d.C. proprio sul luogo della Crocifissione e sepoltura di Gesù.

Il fuoco benedetto, trasportato alle case dei fiorentini su un carro passava per prima dalle abitazioni della famiglia de’ Pazzi quale distinzione per l’ ottenimento della preziosa reliquia.

Attualmente la ricorrenza dello scoppio del Carro è diventata molto popolare anche fra i turisti, che accorrono a frotte in piazza del Duomo la mattina di Pasqua. Pochi però seguono il tragitto di andata e di ritorno del Carro al luogo dove viene ricoverato durante l’ anno: il Brindellone viene alloggiato fino alla Pasqua successiva in un locale alto e stretto appositamente riservatogli posto sul Prato. Molti si saranno infatti chiesti, passando per il Prato, che cosa mai dovesse essere quell’ edificio, di cui si scorge soltanto la facciata, largo solo pochi metri eppure così elevato in altezza, e tutto costruito in legno in  mezzo a edifici moderni, che si osserva a poca distanza dal Grand Hotel: è il “ripostiglio” del Brindellone.

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