Ci credereste che il monumento più in vista di tutta Firenze, ovvero la Cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore, è anche l’ opera architettonica più misteriosa della città, nonostante secoli e secoli di studi approfonditi?
Tutto merito di un architetto geniale e poliedrico, che da una cocente sconfitta in un concorso artistico seppe trovare la determinazione di costruire un’ opera ineguagliabile.

cupola santa maria del fiore

Filippo Brunelleschi, agli inizi della sua carriera di artista, partecipò al concorso bandito dalla Signoria di Firenze per l’assegnazione dei lavori relativi alla fabbricazione della Porta d’ ingresso del Battistero, che rappresentava per ogni artista un’ opportunità incomparabile di passare alla storia.

Nel prestigioso concorso, tuttavia, la commissione giudicatrice ritenne superiore il progetto dell’ orafo Lorenzo Ghiberti, e tale circostanza fu, secondo la tradizione, una cocente delusione per Filippo. Da quel momento decise che non avrebbe mai più subito una sconfitta così dolorosa e si applicò anima e corpo all’ architettura, allo scopo dichiarato di diventare il migliore di tutti.

La cupola del Duomo è la prova che il Brunelleschi raggiunse il suo scopo.Infatti, non solo quella di Santa Maria del Fiore è a tutt’oggi la più grande cupola in muratura mai realizzata, ma è anche stata per secoli un vero e proprio enigma per architetti ed ingegneri.

A questo proposito, si ricorda il seguente aneddoto: Brunelleschi, artista geniale ma anche burbero, permaloso ed estremamente geloso della propria arte, fu richiesto di presentare il proprio progetto alla commissione giudicatrice del concorso indetto dalla Corporazione dell’Arte della Lana. Filippo disse che si offriva di realizzare la Cupola ma che non voleva mostrare a nessuno il progetto per paura che gli copiassero l’ idea. L’Arte della Lana cercò quindi altri architetti in grado di progettare la Cupola, ma, non trovandone, fu costretta infine a piegarsi alle volontà di Brunelleschi.

Secondo la tradizione, fu nominato in un primo tempo Ghiberti quale co-progettista della Cupola. Brunelleschi, stizzito dalla nomina del rivale, lo sfidò apertamente consegnandogli i propri progetti ed invitandolo a portarli a termine se ne era in grado. Il Ghiberti dovette ammettere che non ci capiva nulla e se ne tornò alla scultura, che più gli si confaceva.

Così, il Brunelleschi si portò il segreto della Cupola nella tomba, e soltanto nel ‘900 le rilevazioni dell’Università degli Studi di Firenze consentirono di mettere in luce la particolare modalità costruttiva che, tramite l’utilizzo di mattoncini posizionati nella caratteristica disposizione a spina di pesce, rese possibile quel miracolo di architettura che ancora fa ombra a tuti gli altri monumenti della città.

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