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Dopo Marte un nuovo patrono: San Giovanni Battista

Fra le numerose curiosità riservate al visitatore dal Battistero di San Giovanni, c è quella legata alla sua misteriosa origine.

Il Battistero di Firenze, intitolato a San Giovanni Battista, patrono della città, sembra aver preso il posto di un precedente tempio romano che sorgeva sul posto. Secondo la tradizione quindi, così come il Battistero sorse sulle rovine di un tempio dedicato a Marte, così anche San Giovanni scalzò il dio della guerra romano dal ruolo di patrono della città.

La credenza medioevale che supponeva il Battistero costruito sulle fondamenta di un precedente tempio dedicato a Marte, risultò in parte confermata dal ritrovamento di resti di costruzioni romane sotto l’ area di San Giovanni, oltre ad alcuni sarcofaghi oggi conservati nel Museo dell’ Opera del Duomo, ed alla famosa statua di Marte che secondo le cronache medioevali era posto fino all’ alluvione del 1333 nei pressi del Ponte Vecchio.

L’ipotesi più probabile sulla base degli scavi del XX secolo è che l’ area del Battistero fosse in realtà occupata da una domus romana di cui sono stati ritrovate parti di pavimentazione ornate di mosaici a motivi geometrici.

Le prime fonti dirette dell’ esistenza del Battistero risalgono al 4 marzo 897, dove si narra che il conte palatino Amedeo sedeva ad amministrare la giustizia sotto un portico di fronte “alla Basilica di San Giovanni”. Il Battistero fu infatti Cattedrale di Firenze fino al 1059, anno in cui Niccolò II, pontefice fiorentino, riconsacrava come cattedrale la Basilica di Santa Reparata.

E’ legato all’ edificio di San Giovanni ed alla sua funzione di Battistero un episodio curioso narrato da Dante Alighieri nella Commedia: egli ci narra, nella Cantica XIX dell’ Inferno, che ancora ai suoi tempi esistevano nel Battistero i fonti battesimali medioevali, costruiti nel marmo in forma di cilindri in cui avveniva il lavacro battesimale.

Un giorno, vedendo un fanciullo che stava per affogare in uno di questi fonti, egli si gettò in suo soccorso e, nonostante fosse riuscito a salvare il bambino, ruppe nella foga uno degli orli del fonte battesimale, che rimase monco fino alla fine del ‘500. Nel 1576, i fonti battesimali medioevali furono distrutti per far posto a quello costruito da Bernardo Buontalenti in vista del battesimo dell’ erede maschio del Granduca Francesco I.

Altra curiosità legata ai fonti battesimali del Battistero, riguardava una particolare forma di contabilità demografica effettuata dal sacerdote al momento del rito: per ogni bambino che veniva battezzato in San Giovanni, infatti, l’officiante gettava una fava nel fonte battesimale, bianca per le femmine e nera per i maschi.

Questi sono solo alcuni dei molti aneddoti legati al Battistero di Firenze. Tra i più famosi, ricordiamo le colonne “della beffa” donate dai Pisani ed ancora oggi incorporate nella struttura dell’ edificio; il raffinato bassorilievo con naumachia inserito in una delle pareti esterne; la prodigiosa “porta del Paradiso” intagliata dal Ghiberti e la celebre misura detta “piede di Liutprando”.

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